🫴Artisti che devi conoscere: Rafaël Rozendaal Sin dagli anni 2000, Rafaël Rozendaal ha ampliato le possibilità dell'arte digitale. Iniziando con siti web monodose, il suo lavoro ora si estende a esposizioni globali. Con Rooms in arrivo presto a Fellowship, ecco uno sguardo al suo percorso↓ 1/
All'inizio degli anni 2000, l'artista Rafaël Rozendaal iniziò a ricevere riconoscimenti per qualcosa di radicale per l'epoca: trattare internet stesso come uno spazio artistico. All'epoca, la maggior parte dei siti web erano pagine statiche costruite per fornire informazioni, non per la contemplazione. Ecco come appariva un sito web tipico degli anni 2000: 2/
Rozendaal ha fatto qualcosa di molto diverso per il mondo dell'arte: ha utilizzato un dominio come opera d'arte, scrivendo siti web minimalisti che chiunque potesse vivere in un browser, ovunque, in qualsiasi momento. Ecco alcune delle sue opere/siti web precedenti: 3/
Da lì tutto è cambiato, la sua pratica si è espansa verso l'esterno. Nel 2010 ha creato BYOB (Bring Your Own Beamer), un'esposizione che invitava gli artisti a portare proiettori in spazi temporanei, riempiendo le stanze di immagini in movimento. 4/
Quello che è iniziato come un semplice manuale, trovare uno spazio, invitare artisti, chiedere loro di portare il loro proiettore, è cresciuto in oltre 150 eventi in tutto il mondo, diventando anche parte della Biennale di Venezia. 5/
Rozendaal ha anche ridefinito il modo in cui l'arte digitale circola. Con il suo Contratto di Vendita di Siti Web d'Arte, ha stabilito un nuovo modello: i collezionisti potevano acquisire il nome di dominio di un'opera d'arte online, ma il pezzo stesso sarebbe rimasto pubblico, accessibile per sempre online. Il gesto era modesto nella forma, ma rivoluzionario, garantendo che proprietà e apertura potessero coesistere. 🤝 6/
Con l'evoluzione della tecnologia, anche la sua pratica si è evoluta. Nel 2021, il suo progetto Endless Nameless ha generato 1.000 opere algoritmiche sulla blockchain, con metà dei proventi, 164 ETH - 430.000 dollari, donati a Rhizome, segnando il più grande contributo privato nella storia dell'istituzione. 8/
Oggi, le sue opere fanno parte delle collezioni dello Stedelijk Museum di Amsterdam, del Whitney Museum e del Towada Art Center, e le sue pubblicazioni, che spaziano dai primi libri d'artista alla sua serie di Haiku, estendono la chiarezza del suo linguaggio visivo nel testo. 9/
Che sia attraverso siti web, dipinti, NFT o schermi pubblici monumentali, Rozendaal torna allo stesso impulso fondamentale: creare spazi di colore, movimento e contemplazione che appartengono a tutti. 10/
La sua ultima collezione, Rooms, amplia la sua esplorazione del colore e della forma, spazi per la riflessione che continuano la sua visione di lunga data: arte che appartiene a tutti, ovunque, in ogni momento. E questa idea si sta manifestando anche a livello istituzionale, troppo 11/
Nel dicembre 2025, il MoMA ha aggiunto 7 opere di Rozendaal alla sua collezione grazie a un dono di Fellowship e @showsupnaked, comprendente sei opere generative on-chain (codice JavaScript su Ethereum) e un'opera fondamentale basata su un sito web.) 12/
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