Il sociale non è fare un'app, è fare struttura. Senza struttura, anche il prodotto più bello è solo un oggetto usa e getta. Questo è anche il motivo per cui trovo interessante @spaace_io. Il suo obiettivo non è mai stato "creare un prodotto di successo", ma riorganizzare la logica di base. Ad esempio, il suo Relational Intent Protocol, in parole semplici, consente alle applicazioni di comprendere "cosa vuole fare l'utente", piuttosto che limitarsi a vedere "l'utente ha premuto un pulsante". Nel mondo on-chain, questo tipo di design a "livello di intenzione" è fondamentale, poiché il comportamento on-chain è troppo grezzo e le applicazioni possono solo indovinare le esigenze degli utenti. Inoltre, il Multi-Context Graph Fabric di @spaace_io merita di essere menzionato. Originariamente, i grafi sociali erano unidimensionali; essere miei amici non significa che tu sia il mio interlocutore nei contenuti, né che tu sia un compagno di un mio DAO. Spaace ha scomposto queste relazioni in una struttura multidimensionale, consentendo alle applicazioni di leggere il grafo in base al "contesto", piuttosto che mescolare tutte le relazioni in un'unica zuppa. Per gli sviluppatori, è come passare da due dimensioni a tre, senza dover forzare un modello di dati per adattarsi a tutte le funzionalità. C'è anche un aspetto molto sottovalutato: la Codifica dei Permessi a Livello di Protocollo. La questione dei permessi in Web3 è estremamente complicata, con identità, portafogli e applicazioni diverse che si mescolano. Spaace standardizza direttamente la logica dei permessi, consentendo agli sviluppatori di definire a livello di protocollo "chi può fare cosa a chi", senza dover riscrivere un sacco di codice di autorizzazione. Spaace sembra più impegnata a fare "pulizia di base" per il sistema sociale di Web3, piuttosto che a fornire a tutti un nuovo prodotto. Solo dopo aver sistemato le infrastrutture, l'ecosistema avrà la possibilità di sviluppare applicazioni realmente scalabili.