Il nuovo podcast di ilya menziona qualcuno che ha perso la capacità di elaborare le emozioni e che poteva ancora risolvere enigmi ma non riusciva a decidere quali calzini indossare. Sembra che le emozioni non siano rumore che interferisce con il pensiero, o addirittura il contrario. Questo mi ricorda "The Emotion Machine" di Minsky: le emozioni sono solo un altro modo di pensare. Entrambi derivano dall'attivazione di diverse risorse nel cervello. Non esiste un pensiero puramente logico, così come non esiste un'emozione puramente irrazionale. È interessante che Minsky provenisse da un paradigma di intelligenza artificiale precedente (simbolico, modulare) prima dell'ascesa del deep learning, eppure sia arrivato a un'intuizione simile: la mente emerge da molti processi più semplici, nessuno dei quali appare individualmente come "pensare" o "sentire."

sembra anche che le nostre parole per le emozioni siano probabilmente gli artefatti informativi massimamente compressi di sempre: cos'è la felicità, la tristezza, la paura, la rabbia...? sappiamo comprimere così tanto in una sola parola perché abbiamo un contesto massimamente condiviso con i nostri simili: tutti le hanno vissute. quindi non è necessaria ulteriore spiegazione.

ma poi diventa ridicolmente difficile emulare tutto ciò sulle macchine. la conservazione della conoscenza oggettiva su una macchina è la più difficile; poi diventa più difficile far pensare le macchine, eppure pensare tipicamente implica ancora la rappresentazione del mondo esterno. ma le emozioni? è un vault che osserviamo solo di passaggio ma sappiamo che ognuno di noi ne possiede uno.

*la conservazione della conoscenza obiettiva su una macchina è la più semplice