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Il quadro fiscale per le criptovalute in India è stato introdotto per:
- aumentare la visibilità delle transazioni,
- aumentare le entrate fiscali e
- limitare la crescita del trading di asset digitali.
Tuttavia, secondo un recente rapporto pubblicato da TKF [1], il quadro non ha raggiunto nessuno dei suoi obiettivi.
Da tempo, l'India è uno dei mercati di adozione delle criptovalute più grandi al mondo. Anche se il titolo "L'India è al n. 1 a livello globale" non è strettamente accurato in termini assoluti, i dati sul volume di trading riportati pongono l'India al primo posto nell'APAC [2] - davanti a Giappone e Australia - paragonabile ai principali mercati sviluppati. La domanda di criptovalute come classe di asset commerciabile è reale, ampia e in espansione. Infatti, l'adozione e l'attività sono raddoppiate anno dopo anno - ma una grande parte di questa crescita si sta ora verificando su exchange offshore.
Il problema politico centrale è l'applicazione asimmetrica. Gli exchange domestici detrattono il TDS e riportano i dati. Gli exchange offshore non fanno né l'uno né l'altro. Il risultato è prevedibile: gli utenti e la liquidità migrano offshore, al di fuori della rete fiscale. I costi di switching sono praticamente zero - proprio come la migrazione post-divieto osservata in Cina, dove i firewall hanno fatto poco per impedire ai trader di accedere a venue offshore [3].
Questo cambiamento comportamentale è ora visibile nei numeri.
1. Tra ottobre '24 e ottobre '25, gli indiani hanno scambiato un stimato ₹4,87 lakh crore su piattaforme offshore.
2. Con un TDS dell'1%, questo implica ₹4.877 crore di TDS non raccolto in un solo anno.
3. Dall'introduzione del quadro TDS nel 2022, la perdita cumulativa ha ora superato ₹11.000 crore.
La tassazione sulle plusvalenze riflette lo stesso schema.
Con un'aliquota del 30% senza compensazione delle perdite, l'incentivo a riportare è debole. Sulla base dei volumi di trading offshore, l'India ha già perso circa ₹36.000 crore in tasse sulle plusvalenze dal 2022.
La soluzione non è più restrizioni, ma un design migliore.
Un quadro calibrato - TDS basso (0,01%–0,1%) + reporting in stile SFT su tutti gli exchange (domestici e offshore) - può ricostruire i volumi transazionali e ampliare la base fiscale.
In parallelo, l'India ha bisogno di un regime razionale per le plusvalenze sulle criptovalute:
- parità LTCG/STCG con altre classi di asset,
- compensazione delle perdite e carry-forward, e
- trattamento coerente ora che i tribunali riconoscono i VDA come "proprietà". [4]
Un tale regime riporterebbe l'attività nel sistema formale, espanderebbe la compliance e aumenterebbe le entrate - senza soffocare l'innovazione.
Anche se l'India non vuole regolare completamente questo settore oggi, è essenziale aggiornare il quadro fiscale e allinearlo agli standard globali. Riportare gli utenti a terra. Riportare la compliance a terra. Riportare le entrate a terra.
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