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Un'altra grande tendenza cripto da tenere d'occhio: ogni Layer 1 emetterà eventualmente il proprio stablecoin nativo.
Negli anni, innumerevoli reti Layer 1 hanno speso somme significative—o almeno dedicato risorse importanti—per portare $USDC o $USDT nativamente sulle loro catene.
Eppure, quando l'offerta di questi stablecoin cresce, i principali beneficiari sono sempre gli emittenti stessi — @Tether_to e @circle.
Certo, una maggiore liquidità degli stablecoin aumenta l'usabilità on-chain, quindi le reti ne beneficiano ancora indirettamente. Ma tutti sanno che emettere uno stablecoin è un affare estremamente redditizio.
Consegnare quell'intera opportunità a poche aziende centralizzate è, in molti modi, un'opportunità economica persa per gli ecosistemi stessi.
Ecco perché, andando avanti, credo che molte fondazioni Layer 1 — e persino reti Layer 2 — si muoveranno per emettere i propri stablecoin nativi.
Mireranno ad espandere l'offerta di stablecoin nativi e costruire un volano in cui le entrate generate dall'emissione e dalle riserve vengono reinvestite direttamente nei loro ecosistemi.
Col tempo, questo approccio potrebbe diventare il nuovo standard del settore.
In questo contesto, l'infrastruttura di emissione di stablecoin di @Stablecoin è destinata a svolgere un ruolo importante, consentendo alle reti di lanciare rapidamente e in modo conforme i propri stablecoin nativi.
Sarà affascinante vedere come questa tendenza rimodelli il mercato degli stablecoin, che è stato a lungo dominato da Tether e Circle.
Esempi: USDH di @HyperliquidX, USDm di @megaeth e ora USDsui di @SuiNetwork.
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