ULTIME NOTIZIE: Gli Stati Uniti hanno imposto sanzioni a Thierry Breton e ad altri 4 europei strettamente associati a quello che gli USA definiscono "il complesso industriale della censura globale". Breton è stato il precedente Commissario europeo per il Mercato Interno e i Servizi Digitali della Francia tra il 2019 e il 2024. È stato responsabile dell'introduzione del Digital Services Act (DSA) dell'UE, che conferisce all'UE poteri per censurare le piattaforme di social media sotto la minaccia di multe astronomiche per "discorsi d'odio e disinformazione". Il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti ha caratterizzato le sanzioni come necessarie per contrastare il "complesso industriale della censura globale", con implicazioni per la politica estera e il discorso politico interno degli Stati Uniti. In una serie di post su X, la Sottosegretaria di Stato per la Diplomazia Pubblica Sarah B. Rogers ha descritto Breton come il "cervello" del DSA e ha citato un incidente specifico dell'agosto 2024 come base per l'azione degli Stati Uniti. Il 12 agosto 2024, Breton ha pubblicato una lettera aperta a Elon Musk in vista di un'intervista in diretta tra Musk e l'allora candidato presidenziale Donald Trump su X. La lettera ricordava a Musk i doveri legali di X ai sensi del DSA e avvertiva dei rischi legati all'"amplificazione di contenuti dannosi" durante eventi di alto profilo, esortando a "misure di mitigazione proporzionate ed efficaci", notando che i procedimenti dell'UE contro X erano già in corso. Funzionari statunitensi hanno descritto quella lettera come una "minaccia sinistra" mirata a sopprimere il discorso politico e interferire nelle elezioni americane. Funzionari europei e lo stesso Breton hanno controbattuto che la comunicazione era un promemoria di enforcement di routine applicabile solo ai contenuti raggiungibili dagli utenti dell'UE e non una richiesta di censura preventiva di discorsi specifici. Oltre a Breton, i divieti di visto si applicano a quattro figure legate a organizzazioni della società civile europea focalizzate su "contrastare la disinformazione e gli abusi online". Questi includono Imran Ahmed, amministratore delegato del Center for Countering Digital Hate con sede nel Regno Unito; Clare Melford, associata al Global Disinformation Index; e due figure tedesche legate a HateAid, Anna-Lena von Hodenberg e Josephine Ballon. Secondo il Dipartimento di Stato, queste persone e le loro organizzazioni hanno costretto le aziende tecnologiche statunitensi, inclusa X, a sopprimere punti di vista considerati inaccettabili da governi stranieri o attori non governativi. L'annuncio delle sanzioni ha avvertito che l'elenco potrebbe essere ampliato se attività simili continuano, segnalando che Washington considera la questione come in corso piuttosto che risolta.