Il giorno in cui la polizia svedese ha fatto irruzione in The Pirate Bay, ero seduto in un ufficio della Universal Music in Norvegia. Tutti pensavano che fosse un punto di svolta. Un gruppo di poliziotti, ogni server sequestrato. Fatto. Tre giorni dopo il sito era di nuovo online con un logo di una nave pirata che sparava a Hollywood e ho visto una stanza piena di dirigenti cercare di capire cosa significasse. Non ci riuscivano. Perché continuavano a pensare a TPB come a un'azienda. Attività/cose che puoi toccare, sequestrare e chiudere. Ma c'era solo un gruppo di nerd in un bunker improvvisato che aveva costruito qualcosa che gli agenti armati non potevano uccidere. Quello è stato il momento in cui ho capito come sarebbe finita questa storia. Ci è voluto un po' per lasciare l'industria musicale, ma lo sapevo già.